Venerdì 28 settembre - I lupi arrivano alle case - cresce la paura. Nuova strage notturna di pecore. Assalto di lupi vicino alle abitazioni.
Sabato 29 settembre - Paura nelle campagne. I lupi sbranano le pecore vicino ai paesi - ora serve l’abbattimento mirato - Decisioni immediate - a rischio allevatori e sicurezza.
E’ innegabile che la crescita numerica e l’espansione territoriale (Areale) del Lupo crei paura e problemi di varia natura a chi ne subisce la presenza.
Tale incremento non è imputabile, però, a fantasiosi lanci né dovuta a paventate introduzioni volontarie del Lupo.
Bisogna considerare che tale fenomeno è essenzialmente collegato:
· alle profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali, del nostro paese che, a partire dal secondo dopoguerra, hanno portato oggi alla progressiva, e sempre più accentuata, mancanza di uno sfruttamento ordinato e sostenibile delle aree boschive; una volta parte integrante della conduzione del territorio rurale. Abbandono accompagnato da quello di gran parte dei terreni agricoli marginali di tutta la fascia appenninica
· alle altrettanto profonde modifiche colturali e al rarefarsi di una stabile presenza umana in quello che una volta era il “Paesaggio Agrario Italiano”, così ben descritto da Emilio Sereni
· alla abnorme crescita di cinghiali e caprioli, loro prede preferite, che, ormai, si stanno avvicinando, come tutti constatano, anche alle periferie urbane.
E’ evidente, però, che queste problematiche non sonosolamente locali, ma investono ormai tutta la penisola, come dimostrano alcuni provvedimenti al proposito.
La scorsa estate le Province autonome di Trento e Bolzano approvarono Leggi, fra loro molto simili: per il prelievo, la cattura o l’uccisione dell’Orso bruno e del Lupo.
Il Ministro dell’Ambiente parlò di violazione della Costituzione e il Governo impugnò i provvedimenti dei due Enti Locali che come sappiamo godono di statuti speciali. Orientamenti simili sono peraltro emersi anche nella nostra Regione.
Questi, sommariamente, i fatti che hanno promosso questa iniziativa, con l’intenzione di affrontare e presentare il problema con maggiore chiarezza e consapevolezza.
Sono però utili alcune considerazioni di fondo:
· questa specie ci ha sempre accompagnato, nel corso della nostra storia, fin da quando alcuni di questi esemplari furono addomesticati dall’uomo
· riguardo alla questione degli “ibridi”, le popolazioni del “Lupo” e quella del “Cane” (Lupo addomesticato dall’uomo) hanno sempre avuto contatti, più o meno sporadici, ibridandosi a vicenda nel corso del tempo, come sta emergendo dalle ultime ricerche di carattere genetico
· la specie è considerata a rischio e perciò protetta dalla Convenzione di Berna del 1981, dalla Risoluzione del Parlamento d’Europa del 1989, dalla Direttiva Comunitaria Habitat del 1992, da Convenzioni, da Leggi nazionali e da Normative regionali in materia venatoria
· La sua uccisione è pertanto punibile e/o sanzionabile
Il problema esiste, ma per salvaguardare sia il Lupo che l’Uomo è necessario affrontarlo con una maggiore cura e rispetto dell’ambiente, per evitare e gestire, almeno in parte, le cause scatenanti.
La situazione è particolarmente delicata nel campo della pastorizia diffusa sul territorio, una delle perle dell’agricoltura di qualità, in qualche modo autonoma dal sistema agroindustriale prevalente, alla quale va tutto il nostro sostegno
Sabato 29 settembre - Paura nelle campagne. I lupi sbranano le pecore vicino ai paesi - ora serve l’abbattimento mirato - Decisioni immediate - a rischio allevatori e sicurezza.
E’ innegabile che la crescita numerica e l’espansione territoriale (Areale) del Lupo crei paura e problemi di varia natura a chi ne subisce la presenza.
Tale incremento non è imputabile, però, a fantasiosi lanci né dovuta a paventate introduzioni volontarie del Lupo.
Bisogna considerare che tale fenomeno è essenzialmente collegato:
· alle profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali, del nostro paese che, a partire dal secondo dopoguerra, hanno portato oggi alla progressiva, e sempre più accentuata, mancanza di uno sfruttamento ordinato e sostenibile delle aree boschive; una volta parte integrante della conduzione del territorio rurale. Abbandono accompagnato da quello di gran parte dei terreni agricoli marginali di tutta la fascia appenninica
· alle altrettanto profonde modifiche colturali e al rarefarsi di una stabile presenza umana in quello che una volta era il “Paesaggio Agrario Italiano”, così ben descritto da Emilio Sereni
· alla abnorme crescita di cinghiali e caprioli, loro prede preferite, che, ormai, si stanno avvicinando, come tutti constatano, anche alle periferie urbane.
E’ evidente, però, che queste problematiche non sonosolamente locali, ma investono ormai tutta la penisola, come dimostrano alcuni provvedimenti al proposito.
La scorsa estate le Province autonome di Trento e Bolzano approvarono Leggi, fra loro molto simili: per il prelievo, la cattura o l’uccisione dell’Orso bruno e del Lupo.
Il Ministro dell’Ambiente parlò di violazione della Costituzione e il Governo impugnò i provvedimenti dei due Enti Locali che come sappiamo godono di statuti speciali. Orientamenti simili sono peraltro emersi anche nella nostra Regione.
Questi, sommariamente, i fatti che hanno promosso questa iniziativa, con l’intenzione di affrontare e presentare il problema con maggiore chiarezza e consapevolezza.
Sono però utili alcune considerazioni di fondo:
· questa specie ci ha sempre accompagnato, nel corso della nostra storia, fin da quando alcuni di questi esemplari furono addomesticati dall’uomo
· riguardo alla questione degli “ibridi”, le popolazioni del “Lupo” e quella del “Cane” (Lupo addomesticato dall’uomo) hanno sempre avuto contatti, più o meno sporadici, ibridandosi a vicenda nel corso del tempo, come sta emergendo dalle ultime ricerche di carattere genetico
· la specie è considerata a rischio e perciò protetta dalla Convenzione di Berna del 1981, dalla Risoluzione del Parlamento d’Europa del 1989, dalla Direttiva Comunitaria Habitat del 1992, da Convenzioni, da Leggi nazionali e da Normative regionali in materia venatoria
· La sua uccisione è pertanto punibile e/o sanzionabile
Il problema esiste, ma per salvaguardare sia il Lupo che l’Uomo è necessario affrontarlo con una maggiore cura e rispetto dell’ambiente, per evitare e gestire, almeno in parte, le cause scatenanti.
La situazione è particolarmente delicata nel campo della pastorizia diffusa sul territorio, una delle perle dell’agricoltura di qualità, in qualche modo autonoma dal sistema agroindustriale prevalente, alla quale va tutto il nostro sostegno
APPROFONDISCI SU I LUPI SONO DAVVERO PERICOLOSI? Legambiente Siena
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